05/07/2017
Non fu mai possibile infatti montare l'attacco a due punti base sui trinciatutto per due fondamentali motivi: primo perché questo particolare attrezzo deve lavorare tassativamente parallelo al terreno e secondo perché non deve mai venire a contatto con quest'ultimo.
Con il movimento basculante che compie l'attacco a due punti (come abbiamo visto nel precedente articolo) il trinciatutto non potrebbe mai lavorare correttamente e andrebbe incontro a problemi sia tecnici che strutturali, causando sicuramente danni all'attrezzo.
Per quanto riguarda la vangatrice invece l'attacco a due punti mobile non si poté mai adottare perché, avendo questa macchina una grossa forza di spinta verso il trattore, venivano a crearsi una serie di movimenti di sovrapposizione che ne minavano la stabilità: con questo tipo di congegno la vangatrice andava ad accavallarsi ai bracci dell'attacco in maniera anomala, in quanto la forza delle pale che agivano sul terreno era superiore alla resistenza che poteva apporre il peso stesso dell'attrezzo. Quest'ultima dunque si poteva usare solo con l'attacco a due punti o a tre punti.
Come abbiamo visto, sin dall'alba della produzione industriale di massa, i trattori hanno adottato l'attacco a tre punti, mentre quello a due punti si può definire legittimamente un'invenzione dell'agricoltore che, avendo la necessità di stringere l'attrezzo vicino al trattore, diede vita a questo tipo di attacco in maniera artigianale ma ingegnosa!
Molto spesso, tramite questa sua intuizione-fissazione, spinse molti produttori ad assecondarlo, in modo da costringerli a realizzare modelli di trattori e macchine agricole specificamente pensate e progettate per questa tecnologia.
L'antenata della Sicma SpA, ovvero la storica S.a.s. Aurora Igino e C., creò nel 1958 la Trattrice Aurora AC 20 e AC 30 che era progettata e realizzata nativamente con l'attacco a due punti (come si vede dalle catene posteriori) alla quale si innestava la sua fresetta creata ad hoc: in quegli anni infatti chi comprava un trattore comprava direttamente anche la fresatrice, come fosse un kit già pronto, facendo così un vero e proprio salto di qualità prima del quale vi era solo la zappa!
In seguito, intorno al 1965, sempre dalla ditta Aurora, venne prodotto un modello di fresatrice appositamente creato per l'attacco a due punti, il modello TCP: poteva essere usato solamente con questa tecnologia e fu espressamente progettato, disegnato e realizzato per ottimizzare al massimo questo tipo di attacco.
Bisogna dire che effettivamente questo attrezzo andava benissimo e sino ad oggi tanti amanti del genere lo ricercano e lo vorrebbero per il suo speciale tipo di lavorazione del terreno che gli permetteva di andare molto più in profondità.
Con l'attacco a tre punti non avrebbe mai potuto funzionare e non sarebbe stato nemmeno possibile adattarlo dato che mancava letteralmente il terzo punto, non essendo stato progettato per questo e avendo solo le forchette per i due punti. Solitamente invece gli attrezzi che andavano bene per il due punti mobile andavano bene anche per l'attacco a tre punti.
La prima fresatrice prodotta da Sicma dotata di attacco a tre punti fu la TLU nel 1968.
Da un punto di vista tecnico inoltre l'attacco a due punti comporta anche un cardano diverso: non abbisogna di un cardano telescopico perché non ha più tutta l'escursione e l'allungamento che si va a creare quando l'attrezzo si muove in parallelo, ma utilizza un cardano fatto da una doppia testa che ha al centro giusto un tronchetto di collegamento con un'escursione limitatissima, essendo giustamente presente un fulcro centrale che fa da perno per la rotazione dell'attrezzo.
In questo modo dunque il cardano non opera più quel movimento di allungamento e accorciamento al quale siamo abituati con l'attacco a tre punti.
Ad oggi nel mondo agricolo vi è una standardizzazione pressoché globale che ha portato tutti i produttori di macchine agricole ad adottare l'attacco a tre punti; i moderni trattori sono stati completamente ottimizzati rispetto a quelli di una volta che avevano davvero bracci lunghissimi e collegavano l'attrezzo in modo da allontanarlo drasticamente dalle trattrici.
Adesso è tutto molto più compatto, molto più stretto e funzionale ed in teoria si potrebbe fare tranquillamente a meno dell'attacco a due punti, anche se, molti vecchi agricoltori, amanti del loro modo di lavorare e delle proprie opinioni, continuano e continueranno ad usarlo, reputandolo con un pizzico di nostalgia, una delle migliori invenzioni del mondo agricolo!
Ringraziamo Marco Susini (responsabile servizi ricambi ed assistenza Sicma) e Massimiliano Di Ubaldo (commerciale Italia e responsabile logistica Sicma), due grandi esperti, appassionati ed utilizzatori di macchine agricole, che condividendo le loro esperienze ed informazioni, hanno reso possibile la realizzazione di questi due articoli.