05/07/2017
L'Italia, il nostro Belpaese, vanta una storia millenaria nella produzione di vino ed olio. Già gli antichi greci, oltre 2700 anni fa, rapiti dalla bellezza di infinite distese di viti, ribattezzarono il nostro Paese "Enotria Tellus" ovvero
"il Paese delle viti sostenute da pali". Lo stesso vale per la nostra tradizione olearia che secondo alcune fonti sembra risalga all’ottavo secolo a.C..
Nel nostro territorio, come sappiamo, la viticoltura è diffusa in tutte le regioni, mentre gli uliveti sono maggiormente concentrati nel centro sud: oltre l'85% di tutto l'olio di oliva prodotto nel nostro paese proviene da Sicilia, Calabria e Puglia, mentre Toscana, Liguria, Umbria e Abruzzo sono le regioni che contribuiscono in maniera più rilevante alla rimanente produzione.
Potatura e “cattive pratiche”
Queste preziose piante richiedono la giusta cura e solitamente a fine inverno ci si appresta alla loro potatura. Il materiale di scarto così ottenuto diviene però molto ingombrante: ad esempio, ogni ettaro di vigneto o uliveto adulti, in piena produzione, può generare dai 20 ai 40 quintali di residui colturali (a seconda dell'intensità della potatura) producendo dai 300 ai 600 kg di humus, un reintegro di sostanza organica eccezionale che ci farebbe risparmiare quintali di concime!
Inoltre, la continua asportazione di questa sostanza organica dalle colture e dai frutteti in generale, conduce ad un progressivo impoverimento degli stessi, che per essere correttamente integrati necessitano di maggiori quantità di fertilizzanti, facendo inevitabilmente lievitare i costi di gestione.
Come sappiamo in molti casi le ramaglie e i sarmenti derivanti dalla potatura vengono trasportati fuori dai campi per poi essere bruciati. Questa discutibile pratica, oltre che illegale in quanto vietato dalla normativa vigente e passibile di sanzioni, contribuisce negativamente alla qualità dell'aria soprattutto in inverno, quando la sua scarsa circolazione e la nebbia rendono più difficile lo smaltimento dei fumi nell'atmosfera, senza considerare inoltre la possibilità di provocare eventuali incendi!
Bruciare i residui vegetali infine non permette la formazione di humus e dunque il terreno, non riuscendo a reintegrare le sostanze organiche ed i nutrienti presenti nei detriti vegetali, va via via impoverendosi.
Quali alternative?
Il metodo migliore per risparmiare sul concime preservando la salute del terreno e dell'ambiente è la trinciatura dei residui colturali in campo. In questo modo si restituisce alla terra circa il 25% del suo fabbisogno organico permettendoci di migliorare la struttura del terreno ed aumentare l'ossigenazione dell'apparato radicale.
Per procedere a questa operazione sono necessarie macchine agricole appositamente progettate che permettano una lavorazione efficiente anche se prolungata nel tempo. Le trinciatrici più adatte a questo tipo di attività devono essere dotate di un sistema di esecuzione a martelli (o mazze) sia lisci che dentati, a differenza di quelle che sono configurate solo con coltelli e quindi più specifiche per l'erba.
Vi sono altre possibilità oltre alla trinciatura?
Alternativa interessante per i residui della potatura è quella di utilizzare il materiale legnoso quale fonte di energia.
Come abbiamo visto nel precedente articolo possiamo utilizzare i residui della potatura dei terreni e dei giardini trasformandoli in fonti di energia con adeguate attrezzature, come le cippatrici SICMA EC100 e EC100 HY, ottime macchine che offrono una valida alternativa alla trinciatura dei residui colturali in campo permettendoci di generare energia pulita e gratuita grazie al recupero di questo materiale!
Le nostre soluzioni
All'interno della vasta e completa gamma di trinciatutto SICMA in questo articolo vi proponiamo tre ottimi prodotti polivalenti e molto indicati per la trinciatura dei sarmenti, degli stocchi e dei residui della potatura del tuo vigneto, uliveto e frutteto, i modelli TSN, SL e TSD.
SL:
Disponibile nelle versioni fisso (a doppia posizione) leggero e spostabile leggero con esecuzione a coltelli, martelli lisci o dentati.
Compatibile con trattori da 25 a 45 HP è un attrezzo molto agile che offre nella dotazione di serie un sistema di controcoltelli all'interno della camera di taglio.
TSN:
Lo troviamo nelle versioni fisso medio pesante e spostabile medio pesante con esecuzione a coltelli a Y, martelli lisci o dentati.
Compatibile con trattori da 35 a 70 HP ha la possibilità di allestimenti optional come il disco interfilare a rientro a molla o a rientro con tastatore, ideale per il tuo vigneto e non solo!
TSD:
Trinciatutto fisso pesante con esecuzione a martelli lisci o dentati con larghezza di lavoro da 95 cm sino 170 cm, è caratterizzato dalla presenza di un pick up che solleva i residui colturali e li porta nella camera di taglio sovrastante. È quindi la macchina ideale da usare su terreni sassosi e perfetta per trinciare stocchi, sarmenti e ramaglie derivanti dalla potatura!
Compatibile con trattori da 40 a 80 HP e possibilità di allestimenti optional come ruote sterzanti in gomma e ruote in gomma fisse in sostituzione del rullo.
Come puoi vedere SICMA, con la sua ampia e diversificata linea di trinciastocchi, trinciasarmenti, trinciaerba e cippatrici offre ogni tipo di soluzione ed alternativa per il recupero dei residui colturali agricoli.
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D'ora in poi niente più sprechi, con i prodotti SICMA risparmi e rispetti l'ambiente!
Buon Lavoro da SICMA